17 Luglio 2025

Agricoltura digitale: trasformare i dati in valore concreto

Tanti dati, poco valore: una questione di utilizzo

Negli ultimi anni, molte realtà agricole italiane hanno adottato strumenti digitali come sensori, app per l’irrigazione, stazioni meteo e software gestionali. Tuttavia, questa abbondanza di tecnologie non ha sempre portato i risultati attesi. I dati raccolti sono spesso frammentati, poco interoperabili e difficili da interpretare. Di conseguenza, le decisioni vengono ancora prese sulla base dell’intuizione più che su analisi strutturate. In questo scenario, la sfida non è tanto acquisire informazioni, quanto utilizzare in modo efficace i dati dell’agricoltura digitale.


Agricoltura digitale in Italia: il mercato rallenta, ma evolve

Secondo il report 2024 dell’Osservatorio Smart Agrifood, il mercato italiano dell’agricoltura digitale ha registrato una flessione del -8%, scendendo a 2,3 miliardi di euro. Il calo è legato principalmente alla riduzione degli investimenti in hardware, come macchine e attrezzature agricole. Al contrario, cresce l’interesse verso software gestionali (FMIS), piattaforme IoT, strumenti di supporto decisionale (DSS) e soluzioni per l’analisi dei suoli.

Nonostante questa contrazione, la superficie coltivata con tecnologie digitali è salita dal 9% al 9,5% tra il 2023 e il 2024. Inoltre, il 41% delle aziende ha adottato almeno una soluzione digitale, mentre quasi un terzo ne utilizza più di una. Segnali che indicano una transizione in corso, con un focus sempre più orientato all’integrazione e alla qualità del dato.

Interoperabilità: il vero nodo dell’agricoltura digitale

Sebbene le tecnologie siano disponibili, il vero problema è farle comunicare tra loro. In molti casi, i diversi strumenti – sensori, software, app – funzionano in modo scollegato e non dialogano tra loro.

Questo limita:

  • la visione d’insieme dei processi aziendali;
  • la creazione di report completi per la sostenibilità e le certificazioni;
  • la gestione quotidiana e strategica delle attività agricole.

Solo l’8% delle aziende agricole italiane può definirsi “digitalmente maturo”, mentre il 35% è in una fase intermedia e il 57% è ancora indietro nel percorso di digitalizzazione. Superare il problema dell’interoperabilità è quindi essenziale per sbloccare il vero potenziale dell’agricoltura digitale.

Agricoltura digitale

Dal campo al business: un valore che va oltre l’efficienza

L’approccio digitale non riguarda più solo il miglioramento operativo. Le aziende agricole cercano oggi strumenti che offrano anche:

  • capacità previsionali (clima, parassiti, resa);
  • controllo integrato tra campo, magazzino e sostenibilità;
  • supporto per accedere a bandi pubblici, come PNRR e PSR;
  • visibilità e trasparenza nei confronti di GDO e consumatori.

In altre parole, l’agricoltura digitale diventa leva strategica per la competitività e l’accesso ai mercati.

In4Agri: l’agricoltura digitale che valorizza ciò che già funziona

In un contesto in cui le tecnologie abbondano ma non dialogano, In4Agri si presenta come una piattaforma in grado di integrare, non sostituire. Il suo obiettivo è collegare i sistemi già presenti in azienda e renderli realmente operativi. In particolare, In4Agri permette di:

  • aggregare dati da DSS, sensori, software gestionali e app;
  • centralizzare le informazioni in dashboard intuitive;
  • attivare alert automatici e generare report ESG personalizzati;
  • trasformare i dati in strumenti utili per il lavoro quotidiano e per la sostenibilità.

Con In4Agri, l’agricoltura digitale diventa accessibile, concreta e orientata ai risultati.

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